A quanto pare Galileo Galilei non masticava solo astronomia.
Ebbene sì, Galileo Galilei e il Gran Bollito non sono poi due mondi così lontani, una lista della spesa datata 11 dicembre 1604 ne è la prova: Galilei acquistò la gallina padovana, l’anitra, il manzo, la lingua salmistrata, cotechino e testina di vitello per preparare un pasto per i suoi studenti. La ricetta non è cambiata in tutti questi anni e si sa che l’autunno è la stagione giusta per gustarne la bontà.
Appartengono alla prima categoria: la gallina, il manzo, la testina di vitello, la lingua salmistrata, il gambuccio di prosciutto e il cotechino. Stagionalmente poi si possono aggiungere l’anatra, l’oca, la faraona ripiena, il cappone, gli ossi e i piedini di maiale.
Come Galileo ci insegna, la scelta degli ingredienti non può essere lasciata al caso e ci sono delle indicazioni preziose da seguire: la carne deve essere piuttosto grassa per evitare che sia stopposa a fine cottura, l’acqua deve essere calda nel momento in cui si inserisce la carne cosicché si possa sigillare e non possa perdere i suoi succhi nel brodo e infine l’uso di odori e spezie classiche (sedano, carota, e cipolla con un bouquet di alloro, chiodi di garofano e prezzemolo).
E il cren ci va o non ci va? Questione di gusti… Ci sono pareri discordanti a riguardo. Questa salsa fatta con radice di rafano piccante è ottima come salsa di accompagnamento per il bollito e può essere consumata allo stato fresco grattugiata oppure conservata in aceto. Un gusto forte per i veri amanti della cucina tradizionale (e qualche volta evitata dai più giovani).