Quell’antico Social Network naturale del Sotto il Salone

”Val depí an ora de alegría que zhento de malinconía”: socializzare è la storia del Sotto il Salone

La celebrazione e la Processione del Santo, i cui canti e suoni ancora risuonano nell’etere, sono appena finite. Ma dopo il momento del Sacro ritorna quello del profano.

Infatti il Salone, oltre ai Sapori, alle merci di ogni tipo e provenienza, poste in vendita, le prelibatezze proposte a profusione è un luogo di Saperi e persone. È un luogo centrale, che attrae la popolazione e i visitatori in maniera fortissima. E come si diffondono questi sapori, come si muovono e si relazionano queste figure tra di loro?

Attraverso la socializzazione, fenomeno che Sotto il Salone, ma anche nelle Piazze, si verifica attraverso il rito dell’aperitivo, attraverso la tradizione di mangiare un pasto, più o meno veloce, sotto le sue volte, attraverso l’incontro, anche casuale che avviene in quei luoghi, le Osterie Enoteche del Salone, ma anche dove si preparano al momento le tartare di carne, il pesce crudo, la pizza e la pasta. Luoghi dove sostare, fare due chiacchiere con gli amici, ma anche dove conoscere altre persone e storie.

Perché il Salone è sempre stato questo un luogo libero, multi tasking, una sorta di porto franco, dove si possono trovare i lavoratori del Salone e delle Piazze, ma anche studenti, goliardi, operai, bancari, professori, turisti, pensionati, etc. Insomma dove si ritrova l’umanità della città o di passaggio, e dove ognuno può essere se stesso, e non il ruolo o professione che svolge, ma semplicemente un essere umano. Ci si va per un panino, ci si resta il pomeriggio.

Una galleria di sorrisi generosamente offerta dal Salone dei Sapori.

È un esperienza coinvolgente, si passa di là e si viene coinvolti in compleanno, un addio al celibato o nubilato, in una partita di ciacole, che hanno sostituito le antiche partite di carte, tipiche di una volta.

È il Salone dei personaggi, che lo affollano e lo rendono, vivo, vitale e speciale, come una volta il Pitoreto, l’Ombroso, o oggi il Maestro Gianni, che, tra un brindisi e l’altro, intona da par suo le canzoni della tradizione popolare patavina. E restare ammaliati a seguire queste cose, irresistibili reti da pesca per le persone, che ti invitano a partecipare, a conoscere.

È un luogo del passato, ma anche del presente, che si proietta nel futuro. È un social network naturale incredibile, perché il Salone è soprattutto socialità, è CONVIVIALITÀ.

Articolo redatto con la collaborazione e la consulenza del dott. Giancarlo Garna